Alla Fiera di Milano del 1955 l’Olivetti presenta il prototipo di una nuova calcolatrice superautomatica scrivente a tecnologia meccanica: è la Tetractys, che arriverà sul mercato l’anno successivo insieme alla sua “sorella minore”, la Divisumma 24.
Un progetto molto innovativo
L’Olivetti – pur essendo entrata nel settore del calcolo solo nel 1940 – raggiunge rapidamente posizioni di eccellenza. La Divisumma 14, presentata nel 1947, consente di fare tutte e quattro le operazioni aritmetiche, offre prestazioni e affidabilità superiori a quelle dei concorrenti e stampa in modo chiaro i dati e i risultati.
Con la Tetractys (e la Divisumma 24) l’Olivetti compie un ulteriore passo in avanti. Non solo è una macchina scrivente più veloce ed affidabile: offre anche automatismi che semplificano e facilitano le operazioni da compiere; calcola il saldo negativo (come peraltro faceva già la Divisumma 14); consente di impostare numeri fino a 12 cifre (13 per il risultati); dispone di due totalizzatori e di una memoria meccanica che permettono di richiamare i risultati intermedi come input per ulteriori calcoli e anche di accumulare i risultati; consente di fare divisioni con un dividendo costante e di prestabilire il numero dei decimali del quoziente; può stampare su rotoli di carta di 80-90mm, larghezza estensibile fino a 130mm (nella versione Tetractys CR a carrello, utile per la stampa su modulistica, possono essere inseriti fogli fino a 38,7cm di larghezza).
Tutte novità, queste, che nel settore del calcolo meccanico di fascia alta per alcuni anni consentono all’Olivetti di trovarsi in una posizione di sostanziale monopolio mondiale, tanto che può permettersi di vendere la Tetractys a un prezzo piuttosto elevato: 485.000 lire, che allora grosso modo corrispondevano a 7-8 mesi di stipendio di un impiegato. Un prezzo giustificato dall’eccellenza qualitativa e funzionale del prodotto e dal fatto che sul mercato mondiale in quel momento non c’erano altre macchine capaci di reggere il confronto.
Come velocizzare il calcolo meccanico
Basta dare uno sguardo a una Tetractys privata del guscio disegnato da Marcello Nizzoli per rendersi conto della grande complessità del progetto meccanico. Quando entra in funzione, la macchina diventa un corpo pulsante con leve (i “cinematici”) che mettono in movimento un groviglio di altre leve, ruote, camme, cremagliere e ingranaggi apparentemente senza una precisa logica. Logica che ovviamente c’è ed è stata rigorosamente pensata e disegnata dalla straordinaria mente di Natale Capellaro, progettista di tutte le calcolatrici meccaniche Olivetti.
Nel progetto della Tetractys è stato fatto un grande sforzo per semplificare il calcolo e rendere più veloce la macchina. Si prenda il caso della moltiplicazione. Nelle macchine meccaniche solitamente veniva effettuata sommando il moltiplicando tante volte quanto indica il moltiplicatore. Nella Tetractys, invece, quando il moltiplicatore è superiore a 5 scatta un criterio diverso che velocizza il calcolo. Volendo moltiplicare 768 volte 420, col sistema tradizionale una macchina deve sommare 8 volte (per le 8 unità del moltiplicatore) 420, 6 volte (per le decine) lo stesso numero e 7 volte (per le centinaia) ancora 420. In tutto 21 cicli di calcolo per arrivare al risultato finale. La Tetractys (e le Divisumma 24) operano più rapidamente: per le 8 unità, 420 viene moltiplicato una volta per 10, sottraendo poi due volte 420 (in tutto 3 cicli, uno positivo e 2 negativi); per le 6 decine si moltiplica una volta 420 per 10 e poi si sottrae 4 volte 420 (5 cicli); per le 7 centinaia si procede in modo analogo con 4 cicli (uno positivo e 3 negativi). Si arriva così al risultato finale con 12 cicli anziché 21, con evidente maggiore velocità di calcolo (la Tetractys inizialmente operava alla velocità di 235-240 cicli al minuto poi gradualmente migliorati fino a 270).
Per facilitare la comprensione del meccanismo di calcolo meccanico della Tetractys, l’Olivetti ha anche realizzato un filmato che con l’aiuto dei disegni animati semplifica i concetti: i numeri positivi sono palline azzurre, quelli negativi palline rosse; camme, cremagliere, slitte e totalizzatori sono sostituiti da vagoncini, binari, scambi e serbatoi. Così, volendo ad esempio dividere 151 per 13, il dividendo sotto forma di 151 palline azzurre viene caricato su un vagoncino e trasportato a un serbatoio dove le 151 palline sono scaricate; impostato il divisore 13, un altro vagoncino trasporta 13 palline rosse che arrivate nel serbatoio si eliminano subito con altrettante palline azzurre. Il vagoncino continua a fare altri trasporti di palline rosse finché nel serbatoio ci sono almeno 13 o più palline azzurre. Nell’esempio, dopo che il vagoncino del divisore ha fatto 11 viaggi, nel serbatoio restano solo 8 palline azzurre e quindi il risultato finale è uguale a 11 con il resto di 8.
Dall’idea alla produzione
Definito il processo logico del calcolo, il progetto deve essere tradotto in un sistema di leve e ingranaggi che lo riproduca a livello meccanico; e qui trova libero sfogo la genialità di Natale Capellaro, con soluzioni innovative anche rispetto alle precedenti calcolatrici Olivetti; soluzioni che non mancheranno di essere protette da brevetti. La forma dei numerosi pezzi necessari (oltre 1.500) deve essere studiata con grande cura non solo per attuare con il movimento meccanico quanto concepito a livello logico, ma anche per ottenere un funzionamento della macchina che offra la velocità e l’affidabilità richieste dal mercato.
Per ogni pezzo - leve, tiranti, molle, viti, camme, ruote… - i disegnatori del reparto progetti mettono sulla carta la forma e le dimensioni, segnalano il materiale da utilizzare, gli eventuali trattamenti a cui il pezzo deve essere sottoposto, i margini di tolleranza per i pezzi che richiedono maggior precisione.
Al lavoro dei disegnatori fa seguito quello delle officine del reparto esperienze, dove i pezzi vengono realizzati con un processo quasi artigianale. I particolari più complessi vengono montati e se necessario smontati per apportare modifiche migliorative; per i pezzi che richiedono la massima precisione viene coinvolto un apposito reparto specializzato; alla realizzazione di altri pezzi collabora anche l’attrezzaggio. Infine, le varie parti vengono assemblate nel prototipo che consente di verificare il corretto funzionamento complessivo della macchina.
Difficilmente il primo prototipo è pienamente soddisfacente e allora bisogna apportare modifiche a singoli pezzi o a gruppi della macchina per ragioni di funzionamento, di perfezionamento o anche di ingombro in funzione del disegno previsto per la carrozzeria. Anche le esigenze della produzione in serie e quindi della ingegnerizzazione del prodotto possono imporre delle modifiche. L’insieme di queste operazioni richiedeva in genere almeno un anno di tempo; nel caso della Tetractys, a motivo delle molte innovazioni introdotte, sono stati necessari un paio d’anni.
L’eccellenza tecnologica diventa successo commerciale
Sul piano commerciale la Tetractys registra un grande successo, anche se numericamente non paragonabile a quello della Divisumma 24 che nell’ottobre 1967 raggiunge il traguardo del milionesimo esemplare. La Divisumma 24, che dalla Tetractys si differenzia principalmente perché non dispone della memoria e del secondo totalizzatore e costa “solo” 325.000 lire, resta in produzione fino al 1971, quando, come la Tetractys, dovrà ammainare bandiera di fronte all’insostenibile concorrenza dell’elettronica. Per la Tetractys non si dispone di dati certi sui volumi della produzione complessiva, ma si può stimare che ne siano state prodotte e vendute oltre 150.000.
Dal 1956 Tetractys e Divisumma 24 hanno impresso una forte spinta alla produzione di macchine da calcolo Olivetti, tanto che il relativo indice - fatto 100 il 1955 - nel 1963 balzava a quota 548. Ancor più positivo il fatto che il margine operativo lordo, prima dei costi di distribuzione e vendita, di questi due prodotti era dell’ordine dell’85-90%. I sostanziosi profitti generati per diversi anni da queste due “galline dalle uova d’oro” hanno permesso all’Azienda di finanziare gli sviluppi nell’elettronica e nell’innovazione, oltre che perseguire una politica molto attenta ai problemi sociali e del lavoro.
Perché Tetractys
Un’ultima notazione: il nome Tetractys è frutto della colta inventiva di Franco Fortini, l’intellettuale che tra il 1947 e il 1960 in Olivetti si occupava delle pubblicazioni aziendali e dei testi delle campagne pubblicitarie. Tetractys è il nome della scuola fondata nel quinto secolo a.C. a Crotone da Pitagora, filosofo e matematico greco. E Tetractys è anche il numero quaternario riferito ai primi 4 numeri naturali, a cui Pitagora assegna un significato filosofico e matematico, simbolico e magico allo stesso tempo: la somma dei primi 4 numeri è pari a 10 e con i dieci numeri si misura e conta tutto; per i pitagorici al numero 1 corrisponde il punto, al 2 la retta, al 3 il piano e al 4 i solidi, e quindi bastano 4 punti per esaurire ogni rappresentazione geometrica; e poi, il più semplice dei solidi – il tetraedro – è formato da 4 vertici e 4 triangoli equilateri… Per essere ammessi alla scuola, i discepoli di Pitagora dovevano giurare sulla Tetractys, a cui in seguito venne attribuito anche un significato sacro.
Ce n’era a sufficienza perché Fortini 2.400 anni più tardi desse alla calcolatrice superautomatica della Olivetti il nome di Tetractys!
Videogallery
La forma di una macchina per ufficio (1959, 16' 45")
N 6 M 401, la memoria della Tetractys (1962, 22' 49")
Quattro operazioni a macchina (Tetractys, 1965, 17' 05")
Filmati della "playlist Olivetti" pubblicata su Youtube dall'Archivio Nazionale del Cinema d'impresa
a cui l'Associazione Archivio Storico Olivetti ha affidato la conservazione delle sue pellicole storiche.
Al termine di ogni filmato la visione prosegue in modo automatico con i successivi titoli della playlist