Costruire la città dell'uomo
Architetture industriali capaci di integrare la funzionalità della fabbrica con la bellezza estetica e il rispetto ambientale; luoghi del lavoro pensati a misura d'uomo, ma compatibili con le esigenze economiche e produttive; piani urbanistici, quartieri residenziali, biblioteche, servizi sociali, colonie, mense, asili nido, pensati e costruiti per fare di un'area industriale un territorio dove la vita dell'uomo non sia sacrificata solo agli scopi della produzione, ma rispetti anche le esigenze delle persone e della società.
Questa visione, propria di Adriano Olivetti, guida le scelte aziendali, mai lasciate al caso o all'improvvisazione, in tema di architetture industriali: scelte dei luoghi, degli architetti, dei disegni, dell'impatto urbanistico e ambientale.
I segni della presenza Olivetti sono più evidenti a Ivrea e nel Canavese, dove lo sviluppo dell'azienda ha "disegnato" vaste aree del paesaggio urbano e industriale.
Ma tracce importanti dell'architettura olivettiana si trovano anche altrove in Italia (Pozzuoli, Crema, ecc.) e all'estero (da Barcellona ad Harrisburg, da Tokio a San Paolo, Francoforte, ecc.).
Diminuita l'esigenza di spazi produttivi, oggi ci sono edifici industriali che fanno parte di "Ivrea città industriale del XX secolo", nel 2018 riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, e che rientrano in un museo a cielo aperto: fabbriche che sono divenute uffici, sedi di università, centri di ricerca, spazi per la cultura e lo spettacolo.