Dalla centralizzazione al decentramento della ricerca
Il sistema della ricerca in Olivetti conosce nel corso degli anni ’70 e ’80 varie trasformazioni organizzative dovute alla necessità di adeguare le strutture responsabili dello sviluppo dei nuovi prodotti alla rapida evoluzione delle tecnologie informatiche.
Con la meccanica, bastava la genialità dei singoli progettisti che operavano con larga autonomia; i laboratori di ricerca svolgevano solo un ruolo di supporto. Ma con l’elettronica cresce la complessità dei prodotti e la necessità di comptenze basate non tanto sull'intuizione e l'esperienza, quanto sulla conoscenza scientifica; si rafforza perciò l’esigenza di integrare più strettamente ricerca e progettazione.
Nel 1966, proprio per garantire una visione unitaria nello sviluppo dell’offerta, viene costituito il Gruppo Ricerca e Sviluppo, responsabile di tutte le attività di ricerca, progetto e avviamento dei prodotti. Inizia così una fase di centralizzazione della ricerca che si prolunga fino al marzo 1978, quando, in presenza dell’accresciuta complessità e specializzazione delle tecnologie elettroniche, la ricerca e sviluppo (R&S) viene ripartita tra le divisioni di prodotto. Al centro resta solo una Direzione Centrale Ricerche (DCR) con funzioni di monitoraggio e sviluppo delle nuove tecnologie e di attivazione di relazioni con l’esterno. La DCR ha vita breve, ma le sue funzioni di fatto sono ereditate da altri enti aziendali: dal 1982 dalla Direzione Ricerca Tecnologica e dal 1986 dalla Direzione Olivetti Ricerca.
Nel frattempo si consolida l’idea che il progetto e la ricerca applicata non debbano essere attività centralizzate, ma vadano collocate dentro le diverse business unit di prodotto.
Legge 64/86 e nuovo ruolo dello stabilimento di Pozzuoli
Verso la fine del 1986 l’Olivetti annuncia un piano di ristrutturazione e rilancio delle sue attività nel Mezzogiorno, piano che è destinato a incidere in modo rilevante sull’organizzazione delle attività di ricerca e sull’insediamento di Pozzuoli. Questo stabilimento, formalmente inaugurato nel 1955, aveva ospitato varie linee di produzione: macchine da calcolo, macchine per scrivere, telescriventi, notebook, fax, ecc. Ma nel corso degli anni ’80 la maggiore competitività degli impianti localizzati nel sud-est asiatico e in America Latina mette in discussione il ruolo di Pozzuoli: occorre pensare a nuove forme di utilizzo della fabbrica.
La soluzione è suggerita dalla Legge 64/86 per l’intervento straordinario nel Mezzogiorno: i finanziamenti agevolati offerti da questa legge forniscono l’occasione per ridefinire il ruolo del sito di Pozzuoli.
Nel luglio 1987 la capogruppo Ing. C. Olivetti & C. costituisce la Olivetti Ricerca, Società Consortile per Azioni (SCpA) a cui partecipano diverse società del Gruppo. Obiettivo della nuova società è lo sviluppo delle attività di ricerca e di formazione nelle aree del Mezzogiorno.
La costituzione della SCpA è un passo necessario per arrivare nel luglio 1988 alla firma di un Contratto di Programma con il Ministro per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno. E’ in gioco un articolato programma di investimenti a fronte dei quali l’Azienda potrà ottenere i finanziamenti previsti dalla Legge 64/86. Gli investimenti riguardano sia l’apparato produttivo-manifatturiero del Gruppo Olivetti nel Mezzogiorno, sia il sistema della ricerca e formazione; ammontano a 770 miliardi di lire nell’arco di 5 anni, dei quali 291 destinati al settore della ricerca e 30 alla formazione.
Raggiungendo gli obiettivi concordati, l’Olivetti potrà ottenere finanziamenti con un onere per lo Stato di 567 miliardi.
Per quanto riguarda la sola area della R&S è prevista la creazione di centri di ricerca nel Mezzogiorno, con 713 posti di lavoro derivanti da trasferimenti interni di personale, recupero di lavoratori in Cassa integrazione, assunzioni dall’esterno; nei centri si realizzeranno 27 progetti di ricerca chiaramente definiti.
Tra i vincoli posti vi è quello di condurre le attività in modo tale da determinare una positiva ricaduta occupazionale e produttiva nel Mezzogiorno.
L’aggiornamento del Contratto di Programma
Il settore informatico mondiale sta però entrando in una fase turbolenta: standardizzazione dei componenti e globalizzazione dei mercati rendono sempre più difficile la difesa della competitività delle fabbriche italiane. L’Olivetti, come gran parte dei maggiori produttori, reagisce spostando il baricentro dell’offerta verso le soluzioni applicative, il software e i servizi. Pertanto, all’inizio del 1993 l’Azienda chiede e ottiene (nel 1994) un aggiornamento del Contratto di Programma. Si riducono gli investimenti in campo industriale, si accrescono quelli nella ricerca e nei servizi. Inoltre si introduce il concetto di specializzazione degli insediamenti: Pozzuoli diviene il polo della ricerca e dello sviluppo di tecnologie e servizi di impresa. In quest’area l’occupazione prevista sale da 713 a 750 unità; gli investimenti da 291 a 358 miliardi.
L’aggiornamento del Contratto accelera la trasformazione dello stabilimento di Pozzuoli in Centro di Ricerca. La stupenda posizione della struttura, fin dalle origini pensata per creare condizioni ideali per il lavoro in fabbrica, senza lesinare gli spazi per i servizi sociali (mensa, biblioteca, assistenza sanitaria, ecc.), rende più agevole la riconversione. Dove un tempo si montavano macchine per ufficio ora si attrezzano laboratori per la ricerca applicata.
La maggior parte dei progetti, sviluppati a Pozzuoli per conto delle diverse società che partecipano alla Olivetti Ricerca SCpA, riguarda soluzioni per il mercato bancario e assicurativo, per la pubblica amministrazione e le utilities.
Una rete della ricerca e un polo di sviluppo
L'aggiornamento degli obiettivi previsti dal Contratto di Programma spinge l'Olivetti a creare una vera rete di laboratori nel Mezzogiorno. Pozzuoli ne diventa il nodo principale; la rete include anche il Centro di ricerca di Bitritto (Bari), completato nel 1996, e i laboratori di società del gruppo Olivetti a Marcianise (CE) e Carsoli (AQ). Entra poi a far parte della rete anche un laboratorio di Ivrea (TO). Il Centro di Pozzuoli, oltre a intrattenere relazione con vari altri centri di ricerca localizzati nel Mezzogiorno e altrove, diviene anche un polo di attrazione di nuove attività, in prevalenza nel campo della formazione, istruzione e innovazione. Nell’ex fabbrica di Pozzuoli, infatti, si insediano strutture di Omnitel e Infostrada, di Technapoli (parco scientifico e tecnologico), Formez ed Elea (formazione), Sema e Softlab2 (software), CISI Campania (incubatore di imprese), Consorzio Eubeo (università e ricerca).
Quando nel 1998 si chiude il Contratto di Programma, gli investimenti realizzati dall’Olivetti nella ricerca ammontano a 299 miliardi (contro i 358 previsti) e l’occupazione è di 715 unità (750). In media gli obiettivi sono raggiunti al 90%, nonostante l’evoluzione del mercato verso gli standard basati su Internet che riducono lo spazio per le soluzioni ad hoc, la fase critica dell’Olivetti a metà degli anni ’90, lo spostamento del baricentro aziendale verso le telecomunicazioni.
Nel 1998 la qualità del Centro di ricerca di Pozzuoli viene riconosciuta anche dagli americani della Wang. Questi, infatti, oltre ad acquisire il controllo della Olsy, la società del gruppo Olivetti operante nel settore delle soluzioni e dei sistemi, dapprima decidono di rilevare anche il 20% di Olivetti Ricerca e poi, nel 1999, ne assumono l'intero controllo.