Tutto cominciò con Pinocchio
Siamo negli anni ’60: la “sindrome degli omaggi natalizi” ha ormai contagiato tutto il mondo delle imprese. A fine anno lo scambio di doni diventa vorticoso e le aziende, come l’Olivetti, che già da tempo sono solite inviare a clienti e fornitori qualche oggetto in segno di ringraziamento e stima, ora vanno alla ricerca di omaggi che consentano di distinguersi dalla massa. Distinguersi, ma allo stesso tempo esprimere correttamente un’immagine, uno stile, una cultura aziendale.
L’Olivetti, che fin dal 1951 ogni anno realizza calendari illustrati con splendide riproduzioni di opere di grandi artisti del passato, si convince che la soluzione più valida è quella di produrre in modo autonomo gli oggetti da donare. Così, i designer olivettiani, tra cui Marcello Nizzoli e Giovanni Pintori, iniziano a progettare oggetti regalo che in seguito diventeranno dei veri e propri pezzi da collezione (come il famoso tagliacarte di Nizzoli).
Ai calendari e agli oggetti firmati, realizzati apposta per gli omaggi, sul finire degli anni ’60 si aggiunge la pubblicazione di agende da tavolo illustrate con opere di artisti contemporanei. La prima agenda è del 1969: è illustrata da acquerelli di Folon, giovane artista ancora sconosciuto, ed è accolta con un interesse decisamente superiore alle attese.
Sull’onda del successo delle agende, comincia a delinearsi un’altra idea: lo scrittore e designer olivettiano Giorgio Soavi, sotto la direzione di Renzo Zorzi (dal 1965 responsabile delle attività culturali, del design e della pubblicità), propone di pubblicare una serie di grandi opere letterarie e di illustrarle, riprendendo la formula delle agende, con tavole appositamente realizzate da artisti contemporanei.
L’idea di Soavi si concretizza nel 1972, anno in cui viene pubblicato il primo volume di quelle che verranno ricordate come le edizioni strenna. “Le avventure di Pinocchio”, di Collodi, è illustrato da una ventina di tavole di Roland Topor, un artista polacco affermato in varie discipline figurative (dalla pittura all’illustrazione, dalla scultura alla fotografia).
Il libro, come quasi tutti quelli che seguiranno, adotta un grande formato per valorizzare maggiormente la riproduzione dei disegni; la copertina è telata, di colore blu notte. Le tavole di Topor sono riprodotte con grande cura e le tecniche usate per la stampa permettono di ottenere copie pregiate di alta qualità.
Letteratura a braccetto con l’arte
Da questo momento in poi, l’Olivetti propone ogni anno uno e talvolta due libri strenna. La formula è sempre la medesima: un’opera letteraria di fama indiscutibile e illustrazioni commissionate a un artista contemporaneo. Nei primi tempi coesistono con questa formula anche pubblicazioni omaggio un po’ diverse: in alcuni casi, volumi non illustrati da disegni o dipinti, bensì da fotografie di grandi artisti. Così accade con il “Natale in casa Cupiello” di Eduardo de Filippo, libro strenna per l’anno 1977 in cui le varie scene sono accompagnate dalle fotografie di Mario Carrieri, oppure con il volume “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini (1973), illustrato dalle fotografie di Enzo Ragazzini.
In tempi più recenti, alcuni libri strenna sono stati illustrati con immagini tratte da precedenti edizioni dell’opera (ad esempio, nel caso de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, libro strenna 2001, le illustrazioni di Francesco Gonin risalgono all’edizione del 1840). Inoltre, dal 1999 le pubblicazioni sono arricchite da un prezioso commento critico ad opera di Renzo Zorzi.
Con il libro strenna del 2004, curato da Telecom Italia e dedicato a “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, rivive la tradizionale formula Olivetti: le illustrazioni, infatti, sono state appositamente commissionate a Agostino Arrivabene. Anche nel 2005 “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway è arricchito dalle tavole di un artista eclettico come Ugo Nespolo.
Naturalmente, tutti i libri strenna sono fuori commercio, non destinati alla vendita; ma lo stile raffinato ed elegante e il valore dei titoli selezionati li ha trasformati in volumi molto ricercati, spesso divenuti oggetto di collezione.
Al primo libro dedicato a Pinocchio ha fatto seguito una lunga serie di opere, ben note nella letteratura mondiale, illustrate da famosi artisti. Si possono citare, ad esempio, “La metamorfosi” di Kafka pubblicata nel 1973 e illustrata da Jean Michel Folon (che contribuirà nuovamente alle illustrazioni dei libri strenna con “Cronache marziane” del 1979); “Racconti di Pietroburgo” di Nikolaj Gogol illustrato nel 1987 da Milton Glaser; “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati del 1974 con le illustrazioni di Enrico Baj.