Motivi e scopi della “Scuola Olivetti”
Il problema della formazione degli operai si accentua in Olivetti nel corso degli anni ’30, quando la rapida crescita dell’azienda e la complessità del processo produttivo aumentano la difficoltà di trovare nel territorio canavesano operai con un’adeguata preparazione tecnico-industriale.
Divenuto improponibile il vecchio modello che prevedeva di qualificare l’apprendista o il manovale comune affiancandolo a un operaio esperto, l’Olivetti comincia a pensare di organizzare in modo sistematico dei corsi interni di formazione. Nel 1935 viene costituito il Centro Formazione Meccanici (CFM), con lo scopo di qualificare e specializzare gli operai da destinare alle delicate operazioni di attrezzaggio.
In seguito il sistema della formazione si amplia, anche per colmare le carenze dell’istruzione pubblica di quel tempo: nel Canavese mancano le scuole tecniche superiori, la cultura industriale è carente, molti ragazzi abbandonano anzi tempo la scuola dell’obbligo.
Per rimediare, l’Olivetti moltiplica le iniziative: accanto ai corsi del CFM nascono corsi di perfezionamento, corsi di addestramento generico, corsi serali e pre-serali di cultura tecnica e industriale. Nel dopoguerra nasce l’Istituto Tecnico Industriale Olivetti, legalmente riconosciuto, che resterà attivo fino al 1962, quando l’apertura di un’analoga scuola statale a Ivrea renderà ridondante l’iniziativa aziendale.
Negli anni ’50 e ’60 il sistema della formazione tecnico-industriale assume quindi le caratteristiche di una vera e propria “Scuola Olivetti”, di cui il CFM è la componente più rilevante.
La struttura del CFM
A partire dal 1952, il Centro Formazione Meccanici viene strutturato in due corsi, con 185 iscritti. Il primo corso, triennale, è destinato all’addestramento dei giovani neo-assunti; il secondo, biennale, è orientato alla qualificazione specialistica.
Al CFM sono ammessi per concorso i giovani che hanno compiuto 14 anni e che hanno conseguito il diploma di scuola media inferiore o di avviamento. La selezione è rigorosa e si basa su varie prove scritte e pratiche, un esame psicotecnico e una visita medica; in media viene scartato il 25% dei candidati. A parità di punteggio si dà preferenza ai figli dei dipendenti della Società.
Insegnanti e istruttori sono generalmente dirigenti e tecnici dell’Olivetti. Spesso il materiale di studio è costituito da dispense appositamente preparate dai docenti e poi pubblicate dalla Scuola o dalle Edizioni Einaudi.
I ragazzi che partecipano ai corsi sono retribuiti secondo un particolare contratto di lavoro con un salario ridotto del 10% rispetto a quello dell’operaio comune; godono degli stessi servizi sociali previsti per i dipendenti e gli anni di studio sono conteggiati ai fini dell’anzianità aziendale.
Per non scoraggiare i giovani dall’intraprendere il lungo percorso formativo del CFM sono previsti alcuni incentivi: aumenti retributivi annuali in relazione al superamento degli esami, premi in denaro per gli studenti più bravi, un fondo di risparmio personale che si riscatta al conseguimento del titolo, ecc.
I corsi del CFM
Il corso triennale di Addestramento è a tempo pieno; prevede 18 ore settimanali di materie teoriche con lezioni di cultura generale, di cultura politica, economica e sindacale e di educazione artistica; 24 ore vengono impiegate nell’istruzione pratica d’officina e 3 sono dedicate all’attività sportiva. Le lezioni pratiche sono organizzate in modo tale da riprodurre esattamente l’attività in corso nei reparti di produzione, usando gli stessi moduli e gli stessi disegni.
Alla base di questa impostazione vi è l’idea che la qualità dei prodotti dipende anche dalla qualità della manodopera e dalla possibilità di ciascun lavoratore di migliorare le sue conoscenze e la sua posizione lavorativa; gli operai devono perciò possedere una buona base culturale, non limitata a specifiche nozioni tecniche. Pertanto, diverse ore dei corsi sono riservate alle materie teoriche, alla lettura, alle visite a complessi industriali, a mostre e musei, alla proiezione di film e documentari direttamente presso la Scuola.
I primi tre mesi di insegnamento sono di prova e servono a valutare la capacità del giovane apprendista a svolgere il lavoro dell’operaio in un’industria meccanica. Quindi inizia l’avvicendamento degli allievi alle singole macchine utensili, in modo da poter individuare con sicurezza le specifiche attitudini di ciascuno.
Se gli allievi non sono ritenuti idonei, su richiesta dell’ufficio personale di fabbrica, possono essere subito impiegati come operai comuni.
Il corso biennale di Qualificazione è a tempo ridotto, in quanto è riservato a coloro che avendo frequentato con successo il corso triennale di Addestramento sono già inseriti in reparti di produzione. Alle lezioni teoriche sono dedicate 8-10 ore settimanali, mentre le esercitazioni pratiche sono organizzate in funzione dei vari indirizzi specialistici: si formano attrezzisti, montatori e manutentori di macchine utensili, addetti a macchine universali e speciali, elettromeccanici, ecc. La gran parte degli operai specializzati della Olivetti proviene da questi corsi.
Gli allievi del corso di Addestramento che dimostrano particolare attitudine, possono essere ammessi con borsa di studio all’Istituto Tecnico Industriale Olivetti. A loro volta, i migliori diplomati dell’Istituto possono ottenere un’altra borsa di studio di un anno per prepararsi alla maturità classica o scientifica e quindi accedere al Politecnico.
Il progresso tecnologico cambia le esigenze di formazione
L’importanza data alla formazione dalla Olivetti dell’era meccanica, è testimoniata anche da altri corsi organizzati per gli operai. Chi ha completato il quinquennio del CFM può accedere per concorso a un corso annuale di perfezionamento a tempo pieno, da cui escono i capi dei reparti di produzione.
Chi ha solo la licenza elementare può seguire un corso annuale di addestramento a indirizzo essenzialmente pratico, per migliorare le sue competenze pur restando con le mansioni dell’operaio comune.
Corsi serali e pre-serali sono aperti a tutti i dipendenti e ai loro famigliari, con l’obiettivo di diffondere una cultura tecnica e industriale non disgiunta da una buona base di cultura generale.
Nel corso degli anni ‘60, il progressivo emergere della tecnologia elettronica e lo sviluppo di macchine utensili per l’automazione di molte lavorazioni, muta l’organizzazione del lavoro di fabbrica e fa evolvere le competenze richieste agli operai. Nello stesso tempo, si rafforza il sistema dell’istruzione pubblica e le nuove generazioni si inseriscono più facilmente nel mondo industriale.
Vengono meno, quindi, le esigenze che avevano portato alla creazione del CFM, che cessa la sua attività nel 1967, dopo avere qualificato in 31 anni di attività oltre 1.400 giovani operai. Rimangono attivi i corsi annuali di qualificazione e specializzazione dei dipendenti, ma senza il CFM cambiano profondamente i caratteri e la struttura di tutto il sistema della formazione interna degli operai Olivetti.