Lenta maturazione della tecnologia fax
I primi tentativi sperimentali di trasmettere e riprodurre immagini a distanza risalgono alla metà dell’800, ma il primo servizio commerciale di fax, basato su una tecnologia di trasmissione radio-telegrafica, inizia tra New York e Londra solo nel 1926. Per alcuni decenni, la diffusione del servizio è frenata dall’inadeguatezza delle tecnologie di base (scansione, stampa e trasmissione dati su linea telefonica) e dalla mancanza di uno standard internazionale che consenta la comunicazione tra apparecchiature diverse.
Lo scenario muta a partire dal 1968, quando l’International Telegraph and Telephone Consultative Committee definisce un primo standard: è il Group 1, che prevede la trasmissione di una pagina in sei minuti. Seguono il Group 2 del 1976, che abbassa il tempo di trasmissione a 3 minuti e il Group 3 (1980) che scende a 6-15 secondi. Oggi praticamente tutti i fax appartengono al Group 3. Il Group 4, basato su protocolli di tipo digitale, ha invece avuto scarsa diffusione, anche perché il funzionamento del fax è essenzialmente analogico.
La diffusione di massa del facsimile inizia negli anni ’70 in Giappone, dove la difficoltà di riprodurre e trasmettere i documenti scritti con ideogrammi accentua l’interesse per le fotocopiatrici e i fax. Diversi produttori locali investono in questi settori e con l’offerta di nuovi prodotti favoriscono il rapido decollo del mercato.
Primi passi dell’Olivetti con partner giapponesi
All’inizio degli anni ’80 l’interesse dell’Olivetti verso il mercato dei fax è ancora modesto: l’attenzione è concentrata sul nascente mercato dei PC, sui sistemi e la scrittura elettronica. Inoltre, il mercato italiano sembra prediligere il telex, tradizionale e redditizio punto di forza dell’Olivetti; per entrare nel settore dei fax si dovrebbero sostenere onerosi investimenti per acquisire più ampie competenze nella scansione e nella trasmissione dati.
Ma nel 1982 il rapido sviluppo del mercato europeo convince l’Olivetti a investire nel settore. Per accelerare i tempi e limitare costi e rischi, la Società sigla un accordo con la giapponese Sharp, che offre la possibilità di commercializzare due suoi modelli con il marchio Olivetti.
Vengono così presentati il TLM 320 (Group 2) e il TLM 332 (Group 3): sono tra i primi fax, con stampa su carta termica, presentati da un’azienda italiana.
La collaborazione con Sharp è però limitata al mercato italiano. Pertanto, quando nel 1987 viene costituita la joint-venture Olivetti Canon Industriale per lo sviluppo e produzione di fotocopiatrici nello stabilimento di Aglié (TO), l’Olivetti coglie l’occasione per includere nella collaborazione con Canon anche l’area dei fax. Escono così con marchio Olivetti alcuni modelli della Canon, tra cui il TLM 810 e il TLM 910.
Canon, però, è poco disponibile a dare visibilità sugli sviluppi tecnologici e a far evolvere un accordo commerciale in una partnership industriale. L’Olivetti va allora alla ricerca di un altro partner industriale e con l’aiuto di una delle più importanti trading company giapponesi, la Mitsui, lo identifica rapidamente nella Sanyo, già attiva sul mercato europeo dei fax con modelli di progetto e produzione propria.
Con Sanyo e Mitsui nel 1989 nasce la joint-venture Olivetti Sanyo Industriale, che nello stabilimento di Pozzuoli (NA) inizia la produzione di fax a stampa termica, distribuiti sia dalla Olivetti, sia dal partner giapponese. Il primo modello, presentato nel marzo 1990, è l’OFX 530.
La svolta dell’inkjet e della carta comune
Con lo sviluppo della stampa laser e inkjet, il mercato dei fax si sta però rapidamente spostando verso le macchine capaci di usare carta comune. L’Olivetti non dispone di una propria tecnologia laser, ma ha investito molto nella stampa inkjet, tanto che nel 1990 ha presentato con successo le JP 150 e JP 350: sono le sue prime stampanti a getto d’inchiostro.
Matura così l’idea di puntare sulla tecnologia inkjet per sviluppare un fax a carta comune; il compito, mentre si chiude la joint-venture con Sanyo, è affidato ai progettisti dell’Olivetti Office. Sotto la guida di Ugo Carena il progetto si conclude rapidamente e nel 1993 Olivetti lancia sul mercato europeo l’OFX 2100 e l’OFX 3100, fax a carta comune di dimensioni compatte, con un design di concezione molto innovativa, collegabili al personal computer per offrire anche la prestazione di stampa.
Sono i primi fax a carta comune che utilizzano la tecnologia di stampa ink-jet lanciati sul mercato da un azienda europea; sviluppati interamente in Olivetti, sono prodotti in Far East per essere competitivi con i leader giapponesi del settore.
I prodotti sono accolti favorevolmente e contribuiscono ad accelerare, non solo in Italia, la migrazione dai fax a carta termica verso quelli a carta comune.
Inizia così una nuova fase caratterizzata da un frequente rinnovo dei modelli, che oltre a progredire nella forma (design) e nella qualità, incorporano sempre nuovi miglioramenti tecnologici e funzionali. Si pensi alla progressiva integrazione dei componenti (come nei computer), all’evoluzione dei modem (più veloci e ormai integrati in un chip), al miglioramento dell’interfaccia operatore, all’integrazione dell’apparecchio telefonico nel fax, all’autoinstallazione che rende superflua l’assistenza di un tecnico.
Design e qualità: come diventare leader
Al successo dell’offerta Olivetti contribuisce l’eccellenza del design, che contraddistingue tutti i modelli finora usciti: dall’OFX 3100, disegnato da George Sowden, già collaboratore di Ettore Sottsass, all’OFX 1000 (1995), all’OFX 500 (1998), che incorpora il telefono e che è disegnato da Michele De Lucchi, come i successivi Fax-Lab 300 (2000) e Fax-Lab 450 (2003). I Fax-Lab 100 (2004), 95 (2005), 105 e 125 (2006) sono opera di Masaiko Kubo, allievo di De Lucchi. Allo stesso tempo migliorano le funzionalità di tipo telefonico offerte: possibilità di inviare e ricevere SMS, viva voce, collegamento wireless a telefoni cordless, ecc.
Sul mercato europeo, costituito da circa 3 milioni di facsimile a carta comune (basati sulle tre tecnologie: trasferimento termico, inkjet e laser), l’Olivetti nel 2006 è preceduta solo dalla francese Sagem. Ma nei fax inkjet, l’azienda italiana è leader, con una quota di mercato prossima al 40%, grazie ai prodotti venduti sia con il proprio marchio, sia con quello di alcuni tra i maggiori operatori europei di telecomunicazioni.
Lo sviluppo della posta elettronica ha ridotto l’impiego del fax, soprattutto nelle grandi aziende, ma rimane uno strumento indispensabile nelle piccole e medie imprese, se non altro per la rapidità e la facilità di trasmissione di documenti leggeri.
A merito dei fax inkjet si deve anche ricordare che il loro sviluppo ha spianato la strada verso la progettazione di una nuova categoria di prodotti: le periferiche multifunzionali, capaci di offrire allo stesso tempo prestazioni di facsimile, stampante e fotocopiatrice.
In quest’area l’Olivetti è stata un pioniere: lo StudioJet 300, presentato nel 1999, è infatti uno dei primi fax inkjet multifunzione su scala mondiale. Da allora questo settore ha registrato una rapidissima crescita, a cui hanno contribuito diversi prodotti Olivetti di ottime prestazioni ed eccellente design, come nel caso del Jet-Lab 600 disegnato da Michele De Lucchi nel 2000 e vincitore di vari premi internazionali di design industriale.
Alla redazione di questo percorso ha collaborato Andrea Pesce