La macchina per scrivere esce dall’ufficio
Dopo la storica Olivetti M1, presentata nel 1911, bisogna attendere il 1920 per l’uscita un nuovo modello, la M20, e il 1930 per vedere il terzo, la M40. Sono tutte e tre macchine standard, pesanti e massicce, destinate ad un uso professionale negli uffici. Ma per ampliare le vendite occorre rivolgersi a nuove categorie di utenti e nel 1932, poco dopo il lancio della M40, l’Olivetti presenta una macchina per scrivere portatile: è la MP1.
L’idea del nuovo prodotto parte da Gino Martinoli e Adriano Olivetti, che poi seguono da vicino il progetto sviluppato in tempi molto brevi da Riccardo Levi; il design è di Aldo e Adriano Magnelli. Per il mercato non è una novità: altri concorrenti da tempo hanno in offerta macchine portatili, ma per l’Olivetti è un cambiamento importante: il progetto ha richiesto un uso diverso dei materiali, un design completamente nuovo e anche un diverso approccio della rete commerciale.
Rispetto ai 17 chili della M1, la MP1 pesa “solamente” 5,2 chili; è alta 11,7 centimetri, quasi la metà della M1, ed è destinata oltre che al mondo degli uffici anche agli utenti privati. Il design è più leggero, gradevole: la meccanica che nei modelli precedenti veniva ostentata quasi con aggressività, ora è in parte mascherata dalla carrozzeria; la struttura verticale, monumentale, della M1 viene appiattita e alleggerita, così che la macchina possa più facilmente inserirsi anche nell’arredamento di un’abitazione. Al tradizionale (e unico) colore nero della M1 e della M20 si aggiungono sette diversi colori (rosso, blu, azzurro, marrone, verde, grigio e avorio) – una variabile in più da gestire nell’organizzazione della produzione e delle vendite. Inoltre, si è dovuto investire in nuove filiali, nuovi negozi, nuovi venditori per costruire una rete commerciale capace di raggiungere in modo capillare anche i privati.
Sono i primi passi verso il mercato di massa. Nel 1933 vengono prodotte 9.000 MP1, contro 15.000 macchine standard: un risultato apprezzabile, tanto più che i mercati risentono ancora della grave crisi del 1929. Alla vigilia della guerra, nel 1939, la produzione di portatili (MP1) e semistandard (Studio 42, modello con cui nel 1935 l’Olivetti entra nel settore intermedio tra portatili e macchine standard) arriva a sfiorare le 20.000 unità. Anche la Invicta, società torinese controllata dalla Olivetti, dal 1938 produce MP1, che vende col proprio marchio. La produzione Invicta cesserà nel 1950, quando la società verrà totalmente incorporata nell’Olivetti e il marchio sarà abbandonato.
La svolta della Lettera 22
Per assistere all’esplosione del mercato di massa delle portatili bisogna attendere il 1950 e la “mitica” Lettera 22.
Progettata da Giuseppe Beccio e disegnata da Marcello Nizzoli, questo modello sostituisce la MP1, ma con molte innovazioni. La tastiera è incorporata nella carrozzeria, così come il rullo, di cui sporge solo la manopola; anche l’ingombro della leva dell'interlinea è minimo, per soddisfare nel modo migliore le esigenze di trasportabilità e di limitato ingombro. La macchina, che misura 8,3 x 29,8 x 32,4 cm, dà subito un’impressione di leggerezza e agilità, anche se il peso, dovendo garantire robustezza e qualità delle prestazioni, non è indifferente (3,7 Kg). Una valigetta con maniglia agevola il trasporto.
Le prestazioni sono ottime, grazie alla precisione dei martelletti di stampa e ai cinematici studiati in modo tale da rendere più leggera e agile la pressione sui tasti.
La tastiera presenta alcune limitazioni, dovute alla necessità di contenere le dimensioni (ad esempio, non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera elle minuscola), ma la macchina offre alcune funzioni (es. cambio automatico di direzione del movimento del nastro inchiostrato quando questo giunge alla fine; tasto di ritorno; tasto di tabulazione; possibilità di scrittura in rosso o nero o anche senza inchiostro per preparare matrici per la stampa a ciclostile, ecc.) che non fanno rimpiangere le ben più ingombranti macchine professionali.
Il successo è immediato e nel corso degli anni ’50 coinvolge sempre più numerose categorie di utenti anche al di fuori degli uffici. Illustri scrittori e giornalisti, tra cui Montanelli e Biagi, faranno della Lettera 22 un inseparabile compagno di viaggio, a cui non rinunceranno neppure con l’arrivo della scrittura elettronica.
Entrata nelle collezioni permanenti del MoMA - Museum of Modern Art di New York e premiata con il Compasso d’Oro nel 1954, la Lettera 22 viene scelta (1959) dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto in termini di design degli ultimi 100 anni.
La produzione, inizialmente localizzata nello stabilimento di Aglié, non lontano da Ivrea, viene in seguito portata anche nelle fabbriche della Hispano Olivetti e della British Olivetti.
Le vendite della Lettera 22 sono sostenute da un prezzo conveniente (42.000 lire, negli anni '50 pari all’incirca a una mensilità di paga operaia) e da vivaci campagne pubblicitarie. I manifesti sono firmati da grandi maestri della grafica pubblicitaria: Nizzoli, Pintori, Savignac e altri; ai testi collaborano ben noti intellettuali e scrittori.
La Lettera 22 diviene, insieme a prodotti come la Vespa della Piaggio (uscita nel 1946) e alle Fiat 600 (1955) e 500 (1957), uno dei simboli dell’Italia che cambia e che si modernizza. Rimasta sul mercato fino alla metà degli anni ‘60, raggiunge un massimo di produzione annua di oltre 200.000 unità.
Il design fa la differenza
Nel 1963 l’Olivetti presenta la Lettera 32. Sembrerebbe un semplice restyling della Lettera 22, ma in realtà vengono introdotte varie modifiche meccaniche che migliorano le prestazioni: un diverso disegno del cinematico, un nuovo cestino portamartelletti, una nuova struttura del rullo, ecc.
Per le portatili manuali la tecnologia tende a stabilizzarsi e la meccanica della Lettera 32 viene perciò mantenuta alla base anche dei successivi modelli che si differenziano soprattutto per il design: Olivetti Dora e Lettera De Luxe del 1965, Lettera 25 e 35 del 1974, disegnate da Mario Bellini, così come le Lettera 10 e 12 del 1979 e le più sofisticate Lettera 40/41/42 e 50/51/52 del 1980.
Anche la Valentine presentata nel 1969 non è un’eccezione, ma in questo caso il design trasgressivo di Ettore Sottsass fa ancor più la differenza, tanto che la macchina entra come la Lettera 22 nelle collezioni del MoMA. Di colore rosso vivo (“rosso Valentine”, appunto), inserita in una comoda valigetta, promossa da campagne pubblicitarie di straordinaria qualità a cui collaborano famosi grafici, fotografi, poeti e scrittori, la Valentine diventa in breve un prodotto cult, tanto che nel 1988 l’Olivetti ne riprenderà la produzione in Messico in serie ridotta, destinata anche al pubblico degli appassionati, oltre che degli utenti effettivi!
Un po’ diverso è il caso delle Lettera 36 e 38, uscite nel 1970; si tratta infatti delle prime portatili elettriche, destinate a un mercato sempre più esigente ed evoluto, dove cresce il numero di quanti non vogliono rinunciare né alla mobilità, né alle comodità della macchina elettrica.
Un’ulteriore innovazione giunge nel 1975 con la Lexikon 82, portatile elettrica disegnata da Mario Bellini ed entrata nelle collezioni del MoMA, che consente il rapido cambiamento della cartuccia-nastro e che offre l’intercambiabilità del carattere grazie all’impiego della “pallina” di stampa al posto dei martelletti.
Ma la rivoluzione dell’elettronica è ormai alle porte: nel 1978 esce la Olivetti ET 101, prima macchina per scrivere elettronica e nel 1980 arrivano anche le prime portatili elettroniche, le Praxis 30 e 35; quest'ultima, disegnata da Mario Bellini, è premiata con il Compasso d'Oro del 1981.
Ma i computer estendono sempre più la loro presenza al campo della scrittura e poco per volta le macchine portatili sono spinte ai margini del mercato, nonostante qualche colpo di coda, come nel caso della ETP 55, portatile elettronica del 1987 che si distinguerà per l’eleganza innovativa del design di Mario Bellini e Alessandro Chiarato.
Videogallery
Spot Olivetti - Macchina per scrivere Lettera 32 - Scuola (1965, 58")
Spot Olivetti - Macchina per scrivere Lettera 32 - Campagna di Natale ( 1977-78, 1' 34")
Due spot Olivetti - Macchina per scrivere portatile Lexikon 82 (1975, 29" e 32")
Spot Olivetti - Macchina per scrivere portatile Lettera 35 e altre (1979 ca., 32")
Spot Olivetti - Macchina per scrivere elettronica, Portatiles Olivetti ( ET Compact 60, 1985, 27")
Filmati della "playlist Olivetti" pubblicata su Youtube dall'Archivio Nazionale del Cinema dì'Impresa,
a cui l'Associazione Archivio Storico Olivetti ha affidato la conservazione delle sue pellicole storiche.
Al termine di ogni filmato la visione prosegue in modo automatico con i successivi titoli della playlist