All’inizio degli anni ’80 l’offerta Olivetti di sistemi gestionali è piuttosto ampia, frutto di vari sviluppi interni e di acquisizioni OEM (original equipment manufacturer) dall’esterno.
Tra i prodotti più validi vi è il sistema terminale TC 800, uscito nel 1974 e accolto molto bene dal mercato per la sua architettura innovativa (client-server), la modularità e la flessibilità dell’impiego. Oltre ai piccoli sistemi della serie BCS 2000, che riscuotono un buon successo nel mondo delle piccole e medie imprese, l’offerta comprende i sistemi S6000 ed S1000, entrambi derivati, con laboriosi rifacimenti hardware e software, da un prodotto acquisito nel 1977 dall’americana Microdata. L’S6000 è impiegato per le applicazioni gestionali, mentre l’S1000 è presentato come componente di un’offerta di sistemi integrati. Completano la gamma il minicomputer PDP 11, della Digital Equipment, commercializzato con il nome di SP 600, e il sistema fault tolerant CPS 32, frutto dell’investimento di venture capital nell’americana Stratus.
Di fronte alla rapida evoluzione della tecnologia e di un mercato sempre più orientato ai sistemi integrati, capaci di crescere con l’impresa (upgradability), l’eterogeneità dell’offerta Olivetti diventa un fattore di debolezza, anche a motivo del rilevante impegno necessario per garantire l’assistenza di prodotti diversi.
Una linea di sistemi completamente nuova
Fin dal 1979 il problema della razionalizzazione dell’offerta sistemistica innesca un vivace dibattito interno tra chi, come Marisa Bellisario, preferirebbe investire sull’evoluzione dei prodotti esistenti e chi, come Elserino Piol, ritiene più opportuno lo sviluppo di una linea di sistemi completamente nuova.
Alla fine prevale questo secondo punto di vista e il progetto viene affidato a Enrico Pesatori, che ha sostituito Marisa Bellisario a capo del Gruppo Informatica Distribuita.
Nel 1982 l’Olivetti è in grado di annunciare la Linea 1 (L1), basata sul microprocessore Zilog Z8001 e sul sistema operativo Cosmos IV (nome commerciale: MOS – Multifunctional Operating System), realizzato internamente. Lo sviluppo di un sistema operativo per una linea integrata di sistemi pone problemi di particolare complessità; il successo del progetto Cosmos, affidato ad Alessandro Osnaghi, testimonia la maturità e competenza raggiunta in quel momento dalla Olivetti anche nel software. Cosmos IV viene messo a punto in tempi contenuti e già alla terza release (1985-86) appare stabilizzato, affidabile e con ottime prestazioni.
La nuova linea presenta forti caratteristiche di modularità, con una gamma che va dalle semplici configurazioni monotastiera a quelle più complesse con più posti di lavoro collegati a una sola unità centrale, che all’occorrenza gestisce anche un’unità disco addizionale. Il posto di lavoro può utilizzare diversi tipi di video e di tastiera, a seconda delle esigenze applicative. Sono disponibili anche varie unità di input (es. lettori di badge) e output.
I sistemi M30 ed M40 dispongono di uno o due floppy disk e di hard disk di diversa capacità. Possono essere orientati ad applicazioni gestionali o di tipo tecnico-scientifico; sono anche in grado di operare come server rispetto al “client” M20, il primo personal computer Olivetti (1982), basato su Z8001. Analoga possibilità viene poi estesa all’M24, il PC IBM-compatibile, basato su Intel 8086, che nel 1984 affianca (e ben presto sostituisce) l’M20.
I sistemi sono offerti anche in versione emulata, per consentire il recupero delle applicazioni sviluppate con il TC 800.
Nel 1984, alla Linea 1 si aggiunge l’M60 (nel 1986 seguirà l'M70), minicomputer di fascia alta pienamente compatibile con l’M30 e l’M40: stesso microprocessore, stesso sistema operativo, ma maggiore potenza di calcolo e capacità di memoria per governare un maggior numero di posti di lavoro e poter offrire la Linea 1 anche in organizzazioni più grandi e per applicazioni più complesse.
Tante applicazioni per tanti diversi ambienti
L’uscita dei nuovi sistemi è accompagnata dallo sviluppo di vari pacchetti di software applicativo, che assumono grande importanza in un ambiente “proprietario” come quello della Linea 1.
In ambito amministrativo suscita interesse l’offerta di AGIO – Applicativo Gestionale Integrale Olivetti. Il pacchetto comprende tre moduli principali (contabilità generale, vendite, magazzino), a cui se ne possono aggiungere altri, relativi alla gestione del credito, degli ordini, degli impegni finanziari, ecc. I vari moduli possono essere adottati separatamente o in modo integrato, e sono adattabili alle esigenze di vari settori.
L’Olivetti è quindi in grado di proporre la sua Linea 1 in diversi ambienti, dalla pubblica amministrazione locale alle medie imprese, dal settore dei trasporti a quello dell’energia, dei servizi bancari e assicurativi, alberghi, ecc. Senza contare che la versione tecnico-scientifica della Linea 1 trova spazio anche negli ambienti ingegneristici o di ricerca e studio.
La sfida di tecnologie e mercati in continua evoluzione
Con la Linea 1 l’offerta sistemistica Olivetti appare più razionale: le macchine, modulari e integrabili, offrono prestazioni di buona qualità. Ma nonostante l’intelligenza del progetto e la validità dei sistemi offerti, il successo commerciale è relativamente contenuto, a causa di eventi poco prevedibili e di alcune scelte che strada facendo si rivelano poco valide.
Innanzi tutto la scelta del microprocessore. Lo Zilog 8001 era un ottimo microprocessore, intermedio come potenza tra l’offerta Intel e quella Motorola, e apparentemente molto adatto a una linea di sistemi di media potenza. Ma l’evoluzione del mercato verso i sistemi aperti e gli standard di fatto ha ben presto emarginato la Zilog.
Nel suo libro “Il sogno di un’impresa” (ed. il Sole 24 Ore, 2004) Elserino Piol ricorda tra gli altri fattori sfavorevoli:
- la non corretta valutazione dell’emergente ed esplosivo mercato del personal computer;
- l’accordo con l’AT&T (1984), che impegna Olivetti a commercializzare la linea di minicomputer 3B della Società americana;
- l’affermazione di Unix, sistema operativo aperto sviluppato dall’AT&T.
Sul piatto positivo della bilancia bisogna comunque mettere l’importante acquisizione di competenze e know-how consentita in Olivetti dallo sviluppo della Linea 1: alla metà degli anni ’80 l’azienda rientra a pieno titolo tra le maggiori società informatiche europee e mondiali.
In seguito, per seguire l’evoluzione della tecnologia e del mercato, l’Olivetti dovrà rivedere la sua offerta.
Nel 1987 verrà presentata la Linea 2, con i istemi della serie LSX 3000 basati su Motorola 68000, a cui seguirà nel 1991 la serie LSX 5000, basata su Intel 486: tutti sistemi compatibili con l’architettura OSA (Open System Architecture) sviluppata in Olivetti per superare i limiti dei "sistemi proprietari" e proiettare l'offerta verso la logica dei "sistemi aperti".
Ancora una volta l’Azienda dimostrerà grande capacità di interpretare in modo tempestivo e corretto gli sviluppi dello scenario informatico; ma ancora una volta, per diversi motivi, l’Olivetti non riuscirà ad ottenere un successo di mercato pienamente proporzionato all’intelligenza e qualità della sua offerta.