La fatica di portare un computer sulla scrivania
Un computer su ogni scrivania, in ufficio e in casa. E’ un’idea che impiega molti anni a maturare e che certamente non passava per la mente degli scienziati della Pennsylvania University che nel 1946 avevano messo a punto l’ENIAC, il primo storico calcolatore elettronico. Faceva operazioni che oggi può comodamente fare un palmare, ma occupava un intero salone e pesava oltre 30 tonnellate.
Ma con il progresso della microelettronica il sogno del computer per tutti poco alla volta diventa realtà. Un primo importante passo lo compie l’Olivetti che nel 1965 presenta la P101, computer programmabile a schede magnetiche. La macchina non dispone del microprocessore, che non è stato ancora inventato, ma è dimensionata per stare su una scrivania.
Passano 8 anni e nel 1973 il Palo Alto Research Center (PARC) della Xerox presenta “Alto”, una macchina che ha tutte le caratteristiche del PC: video grafico separato dall’unità che contiene il processore e i dischi di memoria, la tastiera e il mouse, usa menù e icone, può essere connesso in rete. Ma la macchina è costosa e la Xerox decide di non commercializzarla: ne saranno cedute a università e centri di ricerca circa 2.000 unità.
Nel dicembre 1974 una piccola società americana, la Micro Instrumentation Telemetry Systems (MITS) annuncia l’Altair 8800, un “hobby-computer” basato sul microprocessore 8080, appena realizzato dalla Intel, e sul linguaggio Basic sviluppato dai giovanissimi Bill Gates e Paul Allen. Le prestazioni sono modeste, è venduto senza video, ma il prezzo molto basso richiama l’attenzione del grande pubblico. Per gli analisti della storia informatica, l’Altair è il primo vero PC commercializzato.
La MITS non riesce a gestire il successo iniziale e poco dopo è sopraffatta dai più competitivi prodotti di Apple, Commodore, Tandy e altri.
I primi PC non attirano l’interesse del mondo business, ma lo scenario cambia quando IBM, preoccupata dal successo di Apple, decide di entrare in campo.
Il PC IBM 5150, presentato nell’agosto 1981, basato sul microprocessore Intel 8088 e sul sistema operativo MS-DOS di Microsoft, è accolto con molto favore, nonostante un prezzo di 4.500 $ per la versione completa di monitor, 2 floppy disc e stampante. Il piano iniziale prevede la vendita di 250mila PC, ma nel giro di 3 anni IBM supera i 3 milioni.
E’ una svolta decisiva: nasce il grande mercato di massa del personal computing.
Olivetti M20, il primo PC europeo
L’Olivetti nel 1978 ha appena lanciato con successo la prima macchina per scrivere elettronica, la ET 101. Ma nel personal computing la sua offerta, basata sui microcomputer P6060 (1976) e P6040 (1977), non può competere con i nuovi PC di Apple o Commodore orientati al mercato di massa.
Scartata l’idea di aggiornare i prodotti esistenti, si opta per un progetto completamente nuovo. L’incarico è affidato a Enrico Pesatori, responsabile del Gruppo Informatica Distribuita, che si avvale del gruppo di progetto dell’OATC (Olivetti Advanced Technology Center), situato a Cupertino, nella Silicon Valley californiana, e guidato da Enzo Torresi. La definizione del nuovo prodotto richiede qualche tempo: sono in gioco scelte complesse sia sul piano tecnologico che su quello delle strategie di mercato. Dopo aver esplorato varie soluzioni, il progetto prende corpo e nel marzo 1982 viene presentato il primo personal computer europeo: è l’Olivetti M20, che nel nome rievoca il secondo modello di macchina per scrivere prodotto nel lontano 1920.
Il risultato è tecnologicamente molto valido: il sistema operativo PICOS e il microprocessore Z8001 a 16 bit, fornito da Zilog, offrono ottime prestazioni, ma la macchina non rispetta gli standard (Intel e Microsoft) che si stanno affermando sul mercato e quindi non può utilizzare il software applicativo già disponibile. Per rimediare, l’M20 viene fornito di emulatori e di un co-processore per l’MS-DOS.
Il nuovo PC Olivetti è accolto positivamente, anche in virtù del bel design curato da Ettore Sottsass, Antonio Macchi Cassia e George Sowden. Ma nonostante il rapporto prezzo/prestazioni sia ritenuto competitivo, le vendite annue restano nell’ordine di poche decine di migliaia di unità.
AT&T, un partner per l’M24 negli USA
L’esplosione del mercato mondiale dei PC sollecita Olivetti a progettare subito l’evoluzione dell’M20. L’incarico è affidato a Luigi Mercurio, responsabile della Direzione Informatica Distribuita, che si avvale ancora del gruppo di progetto di Cupertino, dove Giuliano Raviola coordina la PC Development Operation e Sandro Graciotti guida il settore dei PC Systems. Nasce così l’Olivetti M24, una macchina che privilegia la compatibilità con l’IBM e che viene presentata alla fiera di Hannover nel marzo 1984.
Il nuovo PC, disegnato nello studio di Ettore Sottsass, ha un’indiscussa superiorità tecnologica sui concorrenti: i progettisti sono riusciti ad offrire maggiori prestazioni e piena compatibilità con il PC IBM, pur utilizzando un microprocessore diverso (Intel 8086 vs. Intel 8088).
L’M24 ottiene un grande successo di mercato: la macchina è competitiva sul piano tecnologico e prestazionale e in più, rispetto all’M20, beneficia della compatibilità con gli standard di mercato, della maggiore esperienza acquisita dalla rete di vendita, dell’accresciuta dinamica della domanda europea e, soprattutto, dell’importante accordo strategico con l’americana AT&T.
Con questo accordo, divenuto operativo nell’aprile 1984, l’AT&T entra nel capitale Olivetti e le due società si impegnano a uno scambio di prodotti per espandere le rispettive gamme di offerta. Attraverso il canale AT&T l’M24 entra negli USA con importanti volumi di vendita.
Nel 1986 l’Olivetti produce e vende sul mercato mondiale quasi mezzo milione di PC, di cui 220mila in Europa e quasi altrettanti negli USA, diventando il terzo produttore mondiale e il primo europeo.
La presenza su tutti i mercati, la qualità dei prodotti, lo sviluppo di versioni specializzate per le banche e il retail rafforzano dovunque l’immagine della Olivetti come produttore di riferimento nel personal computing.
Cresce la competizione, calano prezzi e margini
Il ciclo di vita dell’M24 dura quasi 3 anni e si protrae fino a tutto il 1986. Ma le nuove generazioni di microprocessori Intel si succedono a ritmo serrato: 286, 386, 486, pentium… Sul mercato dei PC tecnologia e domanda impongono un continuo rinnovo dell’offerta.
La gamma dei PC Olivetti si adegua a questa condizione, ma riesce difficile ripetere il successo dell’M24, anche perché sul mercato arrivano nuovi e aggressivi produttori, tra cui Compaq e Dell, nate rispettivamente nel 1982 e nel 1984.
In seguito al graduale indebolimento della partnership con AT&T, che incide sulle vendite in USA, la quota Olivetti sul mercato mondiale inizia a ridursi. Ma la difficoltà maggiore, come per tutti i produttori, deriva dal progressivo spostamento del valore aggiunto del PC (e dei margini di redditività) a monte verso i fornitori di componenti strategici (Microsoft e Intel) e a valle verso la rete di distribuzione. A ciò si aggiunge a partire dagli anni ’90, una certa banalizzazione del progetto e della produzione, sempre più simile all’assemblaggio di componenti standard, che finisce con il privilegiare i produttori a basso costo, tipicamente localizzati nell’Estremo Oriente.
Fino al 1997 l'Olivetti con alterne fortune continua ad operare nella progettazione e produzione dei PC, sviluppando numerosi modelli di elevata qualità e apprezzato design; ma alla fine le difficoltà del conto economico costringono l'azienda a cedere l'intero business dei PC.
A partire dal 1997, per molti anni l'Azienda mantiene una presenza commerciale nel settore PC facendo affidamento su prodotti sviluppati da terzi. Nel 2010 si assiste a un ritorno dell'Olivetti nel settore del personal computing con lo sviluppo di una nuova famiglia di notebook e netbook che, facendo leva su design, innovazione e partnership con Intel e Microsoft, mirano a divenire veicolo di un'ampia offerta di soluzioni di software e di servizi. Con questa diversa strategia l'Azienda tenta di ritornare a competere in un business che tanta parte ha avuto nella storia dell'Olivetti, ma dopo qualche anno deve nuovamente abbandonare il settore dei PC.
Videogallery
Due spot Olivetti - Olivetti M20, il personal computer italiano (1981, 34"; 1981, 44")
Spot Olivetti - Personal computers friendly and compatible (1984, 31")
Computers by computer (1985, 5' 41")
Filmati della "playlist Olivetti" pubblicata su Youtube dall'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa,
a cui l'Associazione Archivio Storico Olivetti ha affidato la conservazione delle sue pellicole storiche.
Al termine di ogni filmato la visione prosegue in modo automatico con i successivi titoli della playlist