Dal pallottoliere alla calcolatrice meccanica
Contare con le dite o con il pallottoliere: l’uomo si è sempre ingegnato nella ricerca di soluzioni semplici per ridurre la fatica e il rischio di errori nel far di conto.
Ma bisogna aspettare il 1600 per vedere le prime calcolatrici meccaniche munite di ingranaggi e levette ed è solo nel 1820, quando vede la luce l’addizionatrice di Thomas de Colmar, che si sviluppa un interesse commerciale per le macchine da calcolo.
Da questo momento, perfezionamenti e innovazioni si succedono: i tasti sostituiscono le levette, escono macchine capaci di fare tutte e quattro le operazioni, il funzionamento diventa più semplice e veloce, il motore elettrico sostituisce la manovella delle prime calcolatrici, si offre la possibilità di stampa dei risultati.
Sul mercato mondiale, all’inizio del ‘900, sono disponibili numerose macchine da calcolo, nella maggior parte dei casi addizionatrici il cui funzionamento si basa su meccanismi ancora molto elementari.
Le prime timide esperienze in Olivetti: gli anni Trenta
In Olivetti i primi passi per produrre macchine da calcolo risalgono agli anni ’30 quando l’azienda, che si sta affermando con le macchine per scrivere, si rende conto che in certi ambienti di lavoro all’esigenza di scrittura si affianca quella del calcolo; nasce così l’idea di integrare un’addizionatrice in una macchina per scrivere. Il calcolo, quindi, non entra in Olivetti come prodotto a se stante, ma come funzione aggiunta alle macchine per scrivere. E’ l’inizio di una nuova produzione, quella delle macchine contabili che scrivono e consentono calcoli in senso verticale e due conteggi in senso orizzontale.
Le prime contabili Olivetti, le Audit 41, 42, 51 e 52, escono tra il 1933 e il 1934; a prima vista sembrano un’elaborata macchina per scrivere, ma in realtà contengono, oltre alla tastiera alfabetica, una serie di tasti per effettuare tabulazioni e calcoli aritmetici elementari.
Ben presto l’Olivetti percepisce che le macchine da calcolo sono una naturale diversificazione della sua produzione di macchine per scrivere e perciò già nel dicembre 1934 il CdA decide di avviare la costituzione di “Olivetti Società Anonima Macchine per Operazioni Aritmetiche”, grazie alla quale si avviano le prime attività di studio e progetto per realizzare macchine da calcolo.
In queste attività si distingue Natale Capellaro, un operaio ricco di ingegno e fantasia, entrato in azienda come apprendista nel 1916 a 14 anni. Pur non possedendo una solida base di studi (quando entra in Olivetti ha frequentato solo le elementari e due anni di scuole tecniche serali), completa la formazione sul posto di lavoro e riesce velocemente a percorrere tutte le tappe di una prestigiosa carriera aziendale fino ad essere nominato direttore generale tecnico e ricevere nel 1962 la laurea honoris causa in ingegneria civile.
Accanto a Capellaro, nel progetto delle calcolatrici spesso lavora Marcello Nizzoli, che comincia il suo rapporto con la Olivetti nel 1938 prima come grafico e poi, dal 1940, come designer di prodotti.
Arrivano le calcolatrici Olivetti: gli anni Quaranta
Quando la Olivetti decide di intraprendere la strada delle macchine da calcolo, sul mercato mondiale coesistono macchine scriventi, che stampano i risultati, ma consentono di fare solo somme e sottrazioni, e macchine non scriventi che eseguono tutte e quattro le operazioni, ma si limitano a presentare i risultati in appositi quadranti.
In Olivetti, dove la cultura della scrittura è profondamente radicata, non si concepiscono calcolatrici non scriventi: fin dagli inizi, il progetto punta a sviluppare macchine capaci di calcolare e stampare i risultati.
La gestazione del primo prodotto commerciale è abbastanza lunga e la produzione inizia solo tra il 1940 e il 1941, quando esce l’addizionatrice MC4S Summa, seguita dalla MC4M Multisumma, capace di eseguire oltre all’addizione e sottrazione anche la moltiplicazione. Entrambe sono azionate elettricamente e stampano i risultati.
E’ l’inizio di un nuovo business, alimentato dal rapido sviluppo di prodotti, quasi tutti “firmati” dal binomio Capellaro-Nizzoli. Nel 1942 escono la Velosumma MC3 e la Simplisumma MC3, addizionatrice scrivente azionata manualmente mediante una manovella, pensata per il lavoro mobile o comunque per gli ambienti privi di elettricità (caso frequente in tempi di guerra).
Nel 1943 Capellaro assume le responsabilità dell’Ufficio Progetti Macchine da calcolo e la produzione di calcolatrici si impenna, sostenuta dall’uscita di nuovi modelli che offrono sempre maggiori prestazioni.
Nel 1946 esce l’addizionatrice Elettrosumma MC14, seguita nel 1948 dalla Multisumma 14 e dalla Divisumma 14. Quest’ultima è la prima calcolatrice scrivente elettrica prodotta prodotta dall'Olivetti in grado di effettuare tutte e quattro le operazioni; in termini di prestazioni viene subito riconosciuta come la migliore su scala mondiale.
Gli anni Cinquanta e il boom di un nuovo business
Con lo scopo di raggiungere standard e livelli di produzione migliori, all’inizio degli anni ’50 l’Ufficio Centrale Tempi e Metodi della Olivetti procede alla riorganizzazione del montaggio delle macchine per scrivere e da calcolo secondo sistemi di montaggio in linea continua con trasportatori. Grazie a queste nuove tecniche di costruzione, alla qualità dei prodotti e alla crescente domanda del mercato, nel 1952 la produzione di macchine calcolatrici e contabili supera le 45.700 unità, di cui oltre la metà vengono esportate. Sul mercato mondiale la Olivetti viene identificata come indiscusso leader tecnologico nelle macchine da calcolo.
La posizione di mercato si rafforza ulteriormente nel 1956, quando – sempre su progetto di Natale Capellaro e con design di Marcello Nizzoli – escono due nuovi modelli: le calcolatrici superautomatiche scriventi Divisumma 24 e Tetractys, in grado di eseguire tutte e quattro le operazioni. Entrambe sono fornite di una memoria e si differenziano unicamente per la presenza di un solo totalizzatore nella prima e di due nella seconda.
Anche se la Tetractys è più veloce e completa, il successo Olivetti sul mercato è legato soprattutto al nome della Divisumma 24, di cui nel 1967 verrà prodotto il milionesimo esemplare.
Con questa macchina la Olivetti “incassa” il premio dell’innovazione tecnologica: la Divisumma 24 è un gioiello di ingegno della meccanica di precisione e sul mercato mondiale non ha rivali. Questo consente alla Olivetti di praticare prezzi altamente remunerativi: nel 1957, questa macchina che fa le quattro operazioni è venduta a 325.000 lire (in moneta del 2015 pari a poco meno di 5.000 euro), un prezzo che si confronta le 465.000 lire necessarie per acquistare una FIAT 500 e con le 60.000 lire di uno stipendio medio mensile di quegli anni. Il margine lordo sulle vendite della Divisumma, rimasta sul mercato fino ai primi anni ’70, si aggira intorno all'85-90%: per la Olivetti la macchina, al pari della "sorella maggiore" Tetractys, si rivela una vera gallina dalle uova d’oro.
Dopo il lancio delle Divisumma 24 e Tetractys e fin verso la metà degli anni ’60, la Olivetti continua a presentare nuove addizionatrici e moltiplicatrici, tra cui la Summa Prima 20, Summa Quanta, Elettrosumma 20 e 22, Multisumma 20, 22 e 24, ecc. Con la Logos 27-1 (1965), calcolatrice superautomatica a un totalizzatore, e la Logos 27-2 (1967), a due totalizzatori, la meccanica delle macchine da calcolo compie un estremo sforzo di miglioramento delle prestazioni. Ma lo sviluppo inesorabile dell’elettronica ha ormai posto le basi per una radicale svolta nel mercato delle macchine da calcolo. A partire dalla seconda metà degli anni ’60 la meccanica e le sue complesse e costose macchine dovranno inevitabilmente cedere il passo alle più economiche e maneggevoli calcolatrici elettroniche.
Videogallery
La forma di una macchina per ufficio (1959, 16' 45")
N 6 M 401, la memoria della Tetractys (1962, 22' 49")
Spot Olivetti - Calcolatrice Summa Prima 20 (1964, 1' 01")
Quattro operazioni a macchina (1965, 17' 05)
Spot Olivetti - La calcolatrice di Pompeo e Zeno (1970, 1' 40")
Spot Olivetti - Calcolatrice - Il canzoniere del Petrarca (1970, 1' 41")
Spot Olivetti - Addizionatrice Summa 19 (1970, 1')
Filmati della "playlist Olivetti" pubblicata su Youtube dall'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa,
a cui l'Associazione Archivio Storico Olivetti ha affidato la conservazione delle sue pellicole storiche.
Al termine di ogni filmato la visione prosegue in modo automatico con i successivi titoli della playlist