Nel corso degli anni ’30 l’aumento del numero di dipendenti, molti dei quali provenienti da paesi del Canavese più o meno distanti da Ivrea, spinse la Olivetti, sempre molto attenta a rendere più agevole il lavoro e la vita dei propri dipendenti, a ricercare soluzioni che rimediassero al disagio provocato dalla carenza dei trasporti pubblici. In quegli anni venne perciò decisa l’istituzione di una mensa aziendale e di un servizio di trasporto privato per i dipendenti.
Nasce la mensa Olivetti
Il servizio mensa organizzato dalla Olivetti viene istituito nel 1936, anno in cui il numero dei dipendenti arriva a circa 2000. La mensa viene pensata principalmente per i lavoratori che provengono da fuori Ivrea e che non hanno la possibilità di rientrare a casa durante la pausa per il pranzo. Il nuovo servizio aziendale occupa il piano sotterraneo di un’intera ala di fabbrica e prevede anche una piccola area dotata di una serie di fornelli che permettono di riscaldare gli eventuali cibi portati da casa.
Come sistema di distribuzione dei pasti viene adottato il self service – quasi una novità per quei tempi – che permette ai dipendenti di scegliere ciò che preferiscono servendosi da soli, riponendo poi le varie portate su un vassoio da portare direttamente al tavolo. Anche il metodo di pagamento è molto semplice e pratico: ogni lavoratore dispone di una serie di tagliandi di valore diverso, che corrispondono a pasti completi o a singole portate. Per procurarsi tali “buoni”, i dipendenti si devono recare presso l’Ufficio Paga e acquistare i tagliandi, o pagandoli in contanti, oppure scegliendo di farsi scalare l’importo dallo stipendio. Negli anni ’70 questo sistema sarà sostituito dall’uso di un badge elettronico.
La nuova mensa di fianco al Convento
Ben presto, però, la sede occupata dalla mensa non fu più in grado di accogliere il numero sempre crescente di dipendenti; l’esigenza di nuovi locali divenne ancora più pressante allo scoppio della guerra, quando la mensa venne aperta anche ai familiari dei dipendenti.
Fu chiaro che il servizio mensa doveva essere organizzato presso ciascuna delle varie strutture aziendali, che intanto si andavano moltiplicando a Ivrea e altrove. In particolare, negli anni ’50, si decise di ricercare una nuova ubicazione per costruire una mensa capace di ospitare tutti i lavoratori delle “officine ICO” di Ivrea, dove si registrava la maggiore concentrazione di dipendenti. Il progetto venne affidato all’architetto Ignazio Gardella, vincitore, nel 1955, del Premio Nazionale di Urbanistica e Architettura Olivetti.
La scelta del luogo in cui realizzare la nuova mensa cadde su una vasta zona verde ai piedi della collina presso il Convento di Ivrea, antica abitazione della famiglia Olivetti, a poche decina di metri dalla fabbrica. L’Azienda riteneva importante che i dipendenti, oltre a poter godere di un buon pasto, potessero anche distrarre la vista e la mente, ritrovandosi immersi in un’area ricca di vegetazione, a contatto con la natura. Per rendere ancora più vivibile e rilassante il momento del pranzo, la mensa venne dotata di grandi vetrate da cui poter ammirare il panorama circostante. L’edificio, inaugurato nel settembre del 1959, venne strutturato su due piani interrati e due fuori terra, costituiti rispettivamente dalle cucine e dalle sale dove distribuire e consumare i pasti.
Il servizio mensa, in funzione dalle sei del mattino fino alle nove di sera per 15 ore consecutive, dipendeva dalla direzione dei Servizi Sociali; al Consiglio di Gestione era affidato il compito di seguirne l’andamento, segnalare eventuali inefficienze e suggerire i provvedimenti e le modifiche atti a migliorare il funzionamento. Alla mensa potevano accedere a determinate condizioni anche gli studenti, figli dei dipendenti.
In prossimità della mensa erano disponibili vari servizi sociali e culturali, allo scopo di trasformare la pausa pranzo (che durava un paio d’ore) in un’occasione di arricchimento culturale. Questo modello venne applicato in quasi tutti i siti produttivi Olivetti, in Italia e all’estero, divenendo un aspetto tipico dello “stile Olivetti”.
La situazione iniziò a mutare nei primi anni ’70, quando con il generale ricorso all’orario continuato e quindi con la riduzione della pausa pranzo a 40-45 minuti, l’obiettivo principale del servizio mensa – ormai presente presso quasi tutte le sedi aziendali – divenne quello di consentire l’erogazione in tempi molto brevi di un gran numero di pasti di ragionevole qualità.
Il servizio di trasporto per i dipendenti
Come accennato, negli anni ’30 la Olivetti si trovò a fronteggiare un deciso aumento del personale e un crescente afflusso di dipendenti provenienti anche da paesi lontani da Ivrea. Questa situazione indusse l’Azienda a ricercare una soluzione per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, che talvolta si trovavano costretti a percorrere anche 30 chilometri con mezzi di fortuna, a causa della carenza dei trasporti pubblici, per raggiungere il posto di lavoro. Nel 1937, quindi, venne istituito il Servizio Automobilistico ad uso esclusivo dei dipendenti della Società; consisteva in una serie di autobus che, inizialmente, a vari orari percorrevano circa 150 chilometri collegando 15 paesi.
Ovviamente, il servizio proposto dalla Società ebbe un buon successo e stimolò anche tanti lavoratori impiegati in piccole aziende locali a spostarsi verso Ivrea per ricoprire i posti vacanti alla Olivetti. Nel 1950 il Servizio Automobilistico, inizialmente utilizzato da un centinaio di operai ogni giorno, registrava oltre 500 presenze giornaliere. Il prezzo del biglietto era molto basso, perché si voleva che il Servizio venisse considerato quasi un diritto di tutti i lavoratori e non un privilegio accessibile a pochi. Per questo motivo, la maggior parte delle spese legate a tali trasporti rimasero a carico della Società.
Il Servizio Automobilistico era costituito di 11 linee: 9 effettuate con autopullman dell’Azienda e 2 gestite in convenzione con concessionari di trasporti pubblici. Esistevano poi altre linee che fornivano il servizio solo nel periodo invernale. Le corse erano organizzate in modo da permettere ai dipendenti di giungere in azienda a Ivrea per l’ora di ingresso al turno di lavoro e di ripartire al termine della giornata. Alcune corse funzionavano anche durante la pausa del pranzo (dalle 12 alle 14) per consentire ad alcuni lavoratori di consumare il pasto nelle loro case.
Accanto al servizio destinato solo ai dipendenti che si recavano al lavoro, venne affiancato un ulteriore servizio per i figli dei lavoratori Olivetti: a partire dall’inizio fino al termine dell’anno scolastico, una serie di linee dedicate portava i bambini di età tra i 6 e i 14 anni alle scuole e agli asili nido. Questo per consentire ai dipendenti di giungere al lavoro più tranquilli e senza preoccupazioni per la propria famiglia.
Con il passare degli anni e lo sviluppo della motorizzazione privata, il Servizio Automobilistico venne progressivamente ridimensionato. In compenso, aumentando le esigenze di contatto tra le sedi di Ivrea e Milano, fino ai primi anni ‘2000 le due città vennero collegate da un regolare servizio di autobus per i dipendenti, con tre corse giornaliere di andata e ritorno.