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Il critico Geno (Agenore) Pampaloni (Roma 1918-2001) in occasione del ciclo di conferenze sul “Riesame della letteratura italiana del Novecento”, organizzato dai Servizi Culturali Olivetti nel febbraio del 1982. Pampaloni inizia a lavorare in Olivetti nel 1947, come direttore della biblioteca aziendale, diventando poi direttore delle relazioni culturali e capo dell’ufficio della presidenza. Aderisce profondamente alle idee di Adriano Olivetti, tanto da entrare anche nel Movimento di Comunità. La figura di Geno Pampaloni a capo dell’Ufficio della Presidenza è tanto carismatica che "Olivetti S.p.a." diventa ironicamente "Se Pampaloni Acconsente"; Franco Fortini gli dedica un poemetto: "Poeti e romanzieri / piccoli, ma sinceri / voi sa stimare almeno / il Pampaloni Geno. / Trattieni i tuoi sospiri / o giovine che scrivi! / Ama i morti un po’ vivi / ed i vivi un po’ morti / Meno il più, il più meno / il manzoniano Geno". Dopo la morte di Adriano Pampaloni lascia la Olivetti diventando dirigente editoriale presso importanti case editrici, nonché collaboratore di vari quotidiani. Il suo libro più famoso è “Fedele alle amicizie” (1984), una raccolta di prose in cui ricorda gli anni passati ad Ivrea e l’intensa amicizia con Adriano; del 1980 è “Adriano Olivetti: un’idea di democrazia”.