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Pittura murale di Renato Guttuso, realizzata nel 1945 per lo show-room Olivetti di Roma su una parete di due piani spezzata da una scala. Negli anni '70, quando il locale venne lasciato, il grande dipinto (8x8 metri) fu staccato e ricollocato nella mensa degli stabilimenti di Scarmagno (Torino). L'operazione suscitò per il suo costo polemiche tra gli operai, in un periodo di già intense agitazioni; Guttuso intervenne raccontando ad un giornale di aver chiesto alla Olivetti che il suo lavoro fosse pagato ad ore, secondo il guadagno di un operaio specializzato. Attualmente il dipinto si trova nell'area dell'ex Officina H degli stabilimenti ICO di Ivrea, ristrutturata per essere adibita a spazio per esposizioni, convegni e spettacoli. Qui il dipinto è stato esposto, insieme ad altre 80 opere circa, nella mostra curata da Renzo Zorzi "55 artisti del Novecento dalla raccolta Olivetti" del 2002. La mostra, secondo le parole di Antonio Tessone -allora presidente della Olivetti-, "in una storia più generale della Olivetti [...] attesta la volontà di includere anche l'arte negli obiettivi dell'impresa, e di ritenerla anzi una delle forme creative più importanti, rivelatrici e formative, perseguendone l'acquisizione con una assiduità e continuità di cui oggi si può constatare il percorso e il valore".