Il gruppo Olivetti entra nel settore della riprografia nel 1966. In precedenza si era limitato a produrre duplicatori attraverso la Sada, una società privata costituita a Milano nel 1927; in seguito la Sada era passata all’IRI e più tardi era stata rilevata dall’Olivetti, che in questo modo aveva ampliato la sua presenza nel settore delle macchine per ufficio. Nell’ottobre 1957 a Caluso (TO), non lontano da Ivrea, era entrato in funzione un nuovo stabilimento Sada-Olivetti, dove un centinaio di operai, tecnici e impiegati avevano rilanciato la produzione con nuovi e più evoluti modelli. Ma si trattava comunque di duplicatori: la tecnologia era quella del ciclostile, che richiede la preparazione preliminare di una matrice da cui si possono ricavare più copie, ma che non consente la riproduzione di un documento già stampato.
Le prime copiatrici Olivetti
A partire dagli anni ’60 il mercato mondiale delle fotocopiatrici, dominato da americani e giapponesi, inizia ad espandersi rapidamente e l’Olivetti, orientata a offrire soluzioni complete per l’automazione dell’ufficio, decide di investire nella riprografia. Elserino Piol, responsabile del marketing, scrive su “Notizie Olivetti”: “La Società Olivetti si occupa da anni della meccanizzazione e della razionalizzazione del lavoro degli uffici. Ne consegue che non deve limitarsi ai settori che le erano tradizionali, il calcolo e la scrittura (…) e che non può trascurare la riprografia”.
Ma le competenze tecnologiche disponibili in Italia in questo campo sono limitate; e allora si avvia una collaborazione tra la Sada e la Copia Manufacturing Corp., consociata della Underwood, la società americana acquisita dall’Olivetti nel 1959.
Il progetto è sviluppato soprattutto dagli americani e la Copia II, presentata nel 1966 e prodotta a Hartdorf (Connecticut), inizialmente viene venduta solo negli USA. Nel 1967 le vendite si estendono ai mercati europei e la Copia II è affiancata dalla più compatta Copia 105.
Per entrambi i modelli la tecnologia usata è quella del processo elettrostatico diretto, più semplice e meno costoso del processo elettrostatico con trasferimento (xerografico) soprattutto perché la macchina non necessita di un sistema ottico. Per contro, il processo diretto riduce la versatilità della macchina e non consente l’uso della carta normale: la copia può essere stampata solo su carta speciale fotosensibile, trattata chimicamente con ossido di zinco.
Una strategia di sviluppi interni e acquisti dall’esterno
Facendo leva su una clientela fedele, abituata a rivolgersi all’Olivetti per tutti i problemi di calcolo e scrittura meccanica, le nuove copiatrici hanno un buon successo e inducono l’azienda a investire ulteriormente nella riprografia.
Ma fin dagli inizi il nuovo settore si rivela non facile: la concorrenza, con la presenza di produttori a basso costo del sud-est asiatico, è molto intensa e la tecnologia evolve rapidamente. Inoltre, le risorse che l’Olivetti può dedicare alla riprografia sono limitate, perché i maggiori investimenti dell’azienda sono dedicati a completare la transizione dell’offerta verso la tecnologia elettronica.
Maturano in questo modo scelte strategiche che verranno mantenute anche in seguito e che portano l’Olivetti a sviluppare nel settore delle fotocopiatrici una presenza in parte basata su prodotti sviluppati internamente e in parte su macchine acquistate all’esterno o sviluppate congiuntamente con altri partner sulla base di accordi commerciali e tecnologici.
Dalla carta trattata alla carta normale
Nei primi anni ’70 escono vari nuovi modelli che in generale sono un’evoluzione delle Copia II e 105. Si tratta di “macchine da tavolo”, pensate quindi per una presenza diffusa negli uffici; non si punta tanto sulla velocità di copiatura, che in genere si attesta sulle 14 copie al minuto, quanto sulla varietà dei formati, sull’affidabilità e qualità, sul basso costo delle copie e sulla comodità di una copiatrice di ingombro limitato a portata di mano in tutte le segreterie.
La Copia 205 (1970), la Copia 305 (1971), la Copia 405 (1973), così come la Copia III (1971), sono tutte basate sul processo elettrostatico diretto e offrono miglioramenti significativi, ma non rivoluzionari rispetto ai primi modelli del 1966-67.
Nell’offerta Olivetti la prima copiatrice su carta normale, basata sul sistema xerografico, esce nel 1975: è la Copia 1500, macchina da tavolo acquistata all’esterno (OEM), capace di 8 copie al minuto; nel 1978 sarà sostituita dalla Copia 1600 con maggiori prestazioni. Da questo momento il problema dello sviluppo di copiatrici xerografiche si pone in maniera pressante: è chiaro ormai che il mercato evolve in questa direzione e che occorre dotarsi delle conoscenze richieste da questa tecnologia.
Un’ampia offerta su progetto interno
Mentre escono con ulteriori miglioramenti altri modelli a processo diretto (Copia 400 del 1976, Copia 605 del 1977, ecc.) l’Olivetti, che con la riprografia ormai realizza una quota di fatturato prossima al 5%, mette in cantiere il progetto di una sua copiatrice xerografica di fascia medio-alta: è la Copia 2000, presentata sul mercato nel 1978. Si tratta di un sistema capace di 30 copie al minuto, collegabile a un fascicolatore e a un dispositivo per copiare moduli a carta continua. Inizialmente la macchina presenta qualche problema di affidabilità, successivamente risolto.
Nel 1979 ne esce una versione semplificata, la Copia 1900, e nel 1981 una versione più evoluta, la Copia 3000.
Per rinnovare e completare la gamma dei prodotti su carta normale, nel 1981 l’Olivetti introduce anche la Copia 1000, progettata internamente con soluzioni tecnologiche innovative e con largo impiego di componenti elettronici. La macchina, che consente 12 copie al minuto, ha un ottimo successo e di fatto sostituisce definitivamente i modelli da tavolo su carta trattata.
Verso la collaborazione con Canon
L’evoluzione dell’offerta prosegue negli anni successivi con l’introduzione di vari miglioramenti funzionali che in un mercato sempre più sofisticato e variegato sono motivati anche da ragioni di marketing. Così nel 1984 la Copia 7010 è presentata come “personal copier”, mentre la Copia 7030 è la “copiatrice compatta” che ingrandisce e riduce.
Verso la metà degli anni ’80 si intensificano i rapporti dell’Olivetti con la Canon giapponese, che già aveva fornito alcuni dei prodotti OEM venduti dalla Olivetti. Il 1987 segna una svolta nello sviluppo dell’offerta riprografica dell’Olivetti: viene infatti costituita la Olivetti-Canon Industriale (OCI; in un primo tempo Olivetti-Canon Italy), joint-venture focalizzata solo sullo sviluppo e produzione di fotocopiatrici.
Videogallery
Spot Olivetti - Fotocopiatrice Copia 105 (1970, 1' 30")
Filmato della "playlist Olivetti" pubblicata su Youtube dall'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa,
a cui l'Associazione Archivio Storico Olivetti ha affidato la conservazione delle sue pellicole storiche.
Al termine del filmato la visione prosegue in modo automatico con i successivi titoli della pèlaylist