Gli studi e l’incontro con la Olivetti
Egidio Bonfante nasce a Treviso il 7 luglio del 1922. A dieci anni si trasferisce a Novara e poco dopo a Milano; qui segue i corsi del liceo artistico all’Accademia di Brera e quindi si iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico. Negli stessi anni, dal 1940 al 1946, comincia a frequentare assiduamente Venezia dove incontra diversi artisti con i quali ha anche occasione di dipingere: la città veneta diventerà ben presto uno dei temi fondamentali delle sue opere, nelle quali verrà presentata utilizzando principalmente colori ad acquerello.
Nel 1942 è tra i fondatori del mensile di politica, lettere e arti Posizione; qualche anno più tardi dirige con Alberto Cavallari il mensile di arte e letteratura Numero e nello stesso tempo è attivo come redattore della rivista A, Attualità, Architettura, Abitazione, Arte.
L’incontro con la Olivetti, nel 1948, segna una svolta nella sua carriera artistica e professionale: Bonfante viene incaricato dall’azienda di studiare la veste grafica per la nuova serie della rivista Comunità diretta da Adriano Olivetti. Il primo numero esce nel gennaio del 1949; è l’inizio di una intensa attività grafica e pubblicitaria nel mondo aziendale.
Dalle copertine delle riviste alle mostre in giro per il mondo
L’attività di Bonfante in Olivetti si afferma molto velocemente e l’artista si occupa dell’impostazione grafica di alcune tra le riviste più famose e conosciute edite dalla Olivetti: oltre a Comunità, anche Notizie Olivetti e Urbanistica, rivista trimestrale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica diretta da Adriano Olivetti, allora presidente dell’Istituto. I disegni che Bonfante propone per le copertine sono sempre originali e in certi casi insoliti. Possono raffigurare semplici segni e simboli, oppure immagini che riconducono a ciò che viene poi presentato all’interno della rivista, come nel caso di alcuni numeri di Urbanistica che Bonfante illustra con il campanile di Giotto a Firenze o le case di Amsterdam.
In Olivetti Bonfante lavora anche ad alcuni dipinti murali. Le prime pitture risalgono all’estate del 1952 e sono eseguite presso la colonia di Marina di Massa: gli architetti che avevano progettato l’edificio gli chiedono di decorare una parete di 17 metri del refettorio e l’artista esegue un grande dipinto raffigurante il mare affollato di barche e circondato da palme e alberi.
L’anno seguente, si dedica anche alla decorazione di altre pareti della colonia, come una delle camere dedicate al riposo dei bambini: qui l’artista ricorre a immagini ispirate al Luna Park: l’ottovolante, la ruota panoramica, le giostre con i cavalli…
I rapporti con la Olivetti sono ormai consolidati e Bonfante si occupa anche della progettazione di alcuni negozi: nel 1952 ristruttura lo showroom di Napoli, dove esegue una decorazione murale ispirata all’architettura e alla natura spontanea del Mediterraneo; nel 1957 progetta il negozio Olivetti di Caracas, che contiene anche un suo murale ispirato all’architettura veneziana.
A Bonfante l’Olivetti affida anche l’allestimento di mostre e stand espositivi.
Nel 1960, insieme a Riccardo Musatti e a Renzo Zorzi, si occupa dell’allestimento della Mostra in ricordo di Adriano Olivetti alla XII Triennale di Milano.
L’anno seguente, partecipa all’allestimento dello stand Olivetti in occasione della mostra Italia ’61 celebrativa del centenario dell’unità nazionale e svoltasi a Torino.
Tra gli allestimenti più significativi progettati da Bonfante vi sono quelli per la fiera Interorgtechnika di Mosca nel 1966, per la mostra Olivetti di Copenhagen nel 1969 e per il SICOB di Parigi nel 1972.
La pubblicità e gli assemblages
Un contributo molto importante dato da Bonfante alla Olivetti è costituito dalle campagne pubblicitarie che l’artista studia per alcuni prodotti dell’azienda, tra cui, nei primi anni ’70, la calcolatrice Divisumma 18 e il sistema di scrittura Editor S14. Gli annunci pubblicitari studiati da Bonfante cercano di esaltare con la grafica determinate doti dei prodotti presentati: ad esempio, nel caso della Divisumma 18, l’artista si sofferma, oltre che sull’eleganza e sul design della macchina, soprattutto sulle sue dimensioni “portatili”; mentre nel descrivere e rappresentare la Editor S14 propone immagini accattivanti e spettacolari per sottolineare ed esaltare l’efficienza e le prestazioni della macchina.
Sempre in campo pubblicitario, negli anni ’70 Bonfante si occupa anche di diverse campagne realizzate in occasione delle festività natalizie, soprattutto per promuovere la vendita di alcune macchine per scrivere portatili, tra cui la Lettera 35. I messaggi proposti dall’artista sono immediati, di semplice lettura e i poster da lui realizzati sono tutti caratterizzati da un breve slogan e da un’immagine del prodotto, spesso associata a persone di età e professioni diverse.
Bonfante si dedica anche alla realizzazione di alcune campagne pubblicitarie istituzionali per la Olivetti, in particolare per rafforzare l’immagine di un’azienda fortemente incentrata sull’elettronica e l’informatica; per realizzare i poster di questa campagna, Bonfante prende spunto dalle immagini ingrandite dei circuiti elettronici e prepara una serie di disegni coloratissimi e vivaci, in grado di catturare immediatamente l’attenzione del pubblico.
Verso la fine del 1970, Egidio Bonfante comincia a sperimentare anche nuove tecniche artistiche. In particolare si avvicina al mosaico e al collage e arriva a realizzare quelli che sono definiti “assemblages”: opere interamente realizzate con tappi corona, i “coperchietti policromi” delle bibite di largo consumo. A queste composizioni è dedicata la mostra Venezia e Bisanzio che inaugura l’attività dello Studio d’Ars di Milano. In questi anni, Bonfante esegue anche una serie di collages ritagliando quadricromie che riproducono i mosaici della Basilica di San Marco di Venezia: nasce così una nuova interpretazione dell’architettura veneziana.
Bonfante, che ha lavorato per la Olivetti fino agli anni ’80, ha lasciato sicuramente un segno indelebile all’interno dell’azienda: con le sue grandi doti di artista molto creativo, eclettico e anticonformista, ha contribuito a presentare nel mondo l’immagine dell’Olivetti come azienda viva e dinamica. Il ruolo artistico e culturale svolto da Bonfante in Olivetti emerge chiaramente da varie pubblicazioni, tra cui il libro Egidio Bonfante edito dalla Electa (1996) oppure Egidio Bonfante, un pittore alla Olivetti (2003), uno dei “quaderni” dell’Associazione Archivio Storico Olivetti in cui il direttore dell’Archivio, Eugenio Pacchioli, intervista il pittore sulla sua carriera nell’azienda eporediese.
Il Bonfante pittore ha presentato le sue opere in numerose mostre di alto livello, tra cui quella promossa dal Centro Culturale Olivetti nel 1956 e quella del 1976 esposta nel showroom Olivetti di Venezia.
Egidio Bonfante muore a Milano nel febbraio del 2004.